(54) Giuste al proposito le considerazioni del Rodolico, p. 327; sebbene la richiesta fatta da Carlo Alberto al Percy agli inizi della reggenza perché venisse inviata una squadra inglese a Genova non possa davvero addursi a prova dell'interesse inglese a impedire un predominio austriaco in Italia: altrimenti la circostanza del mancato invio della squadra potrebbe addursi senz'altro a prova del contrario. Il Webster, op. cit., p. 332, scrive che «in questa faccenda (la questione Carignano) il Castlereagh non prese parte alcuna»: il che è esatto, purché si ricordi, tuttavia, che le istruzioni ai plenipotenziari inglesi al Congresso di Verona, consacrato fra l'altro all'esame di quella questione, vennero vergate da lui.
(55) Alle pp. 168-70. Nella prima parte del dispaccio lo Hill afferma che il «tradimento» imputato al principe deve riferirsi all'attività da lui svolta in qualità di gran mastro dell'artiglieria: «Il principe non era ancora da un anno in possesso del suo ufficio; operò certamente vari mutamenti fra gli ufficiali, trasferendone molti affezionati alla vecchia corte, e circondandosi dei suoi amici particolari, e in confidenza con lui, o piuttosto di cattivi consiglieri». A questo punto s'inizia la trascrizione del Rodolico: il quale precisa che il dispaccio venne vergato dallo Hill dopo i colloqui avuti a Modena; senonché il ministro inglese, il 25 di giugno, non si era ancora mosso da Torino. Per esser pedanti noteremo che l'affermazione dello Hill - il ministro di Prussia «ritiene che S. A. S. si troverà in grado di giustificarsi in gran misura» - è stata tradotta dal Rodolico con omissione delle tre ultime parole, le quali hanno pure un qualche valore.
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