Il Montanelli, quantunque designato a «capitanare» la deputazione, non vi partecipò, forse perché ammalato: cfr. in B. L., c. 40, i. 2220, la minuta autografa di una sua lettera, senza data, al «Monitore Toscano»; lettera che va probabilmente assegnata al gennaio del 1861 e che non venne pubblicata (si vedrà piú oltre come altre due lettere del Montanelli venissero pubblicate da quel giornale in quell'epoca). È certo comunque che il Montanelli ebbe un abboccamento col principe prima della sua partenza per l'Italia.
(187) Redi, Ricordi biografici su Giuseppe Montanelli, Firenze 1883, pp. 53-54.
(188) Cfr. il carteggio col Visconti-Venosta in B. L., c. 60, i. 781.
(189) Lettera del Montanelli al Corsi, 30 maggio 1859, in Biblioteca Nazionale di Firenze, Nuovi Acquisti, 588.
(190) Montanelli, L'Impero, il Papato e la Democrazia in Italia, Firenze 1859, p. 21. Tra le carte montanelliane in R. R. troviamo anche l'abbozzo di un'ode Italia all'Alemagna, scritta evidentemente allo stesso fine e nello stesso tempo. Comincia cosí: «Lamagna, che temi se sfolgoro in armi, / se rompo la nube che vieta mostrarmi / con serto di stelle qual fecemi Iddio / signora del santo terreno natio?» In B. L., c. 40, i. 2221, è invece l'abbozzo autografo dell'indirizzo I protestanti italiani ai protestanti inglesi e tedeschi.
(191) La minuta della lettera, in data 28 marzo, in B. L., c. 40, i. 2236.
(192) Tra l'altro le prove del Poliuto, che egli aveva tradotto in versi italiani su preghiera della Ristori, sua amicissima, e che questa si apprestava a mettere in scena.
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