120-22.
(243) Baccini, Carteggio politico del conte e della contessa Cambray-Digny, Firenze 1910, pp. 58-60.
(244) «Non ho bisogno d'avvertirti che per ora la mia mano nel programma unitario toscano non si deve conoscere», scriveva il 21 giugno il Montanelli al Pallavicino (brano omesso nelle Memorie del Pallavicino).
(245) Baccini, op. cit., pp. 45-46.
(246) Ibid., pp. 48-50.
(247) Ibid., pp. 50-52.
(248) Al Nocchi, 3 giugno e in altre lettere, Carteggio politico cit., pp. 90 sg. e Baccini, op. cit., p. 52.
(249) Il testo, veramente reca «Mazzini», ma è evidentemente un errore che noi crediamo di poter correggere con «Malenchini».
(250) Carteggio politico cit., pp. 108-10. Cfr. anche Cambray-Digny a Corsini, 24 giugno: «Ho avuto la certezza che i vecchi nomi del '49 incominciano a farsi vivi», p. 124.
(251) Baccini, op. cit., pp. 50-52. Su questo punto, del resto, le citazioni si potrebbero moltiplicare, ma senza pro. Il 18 giugno il Cambray-Digny scriveva da Torino: «Se la Toscana deve pronunziarsi per l'unione, qui si vorrebbe che lo facesse legalmente per mezzo di indirizzi spontanei dei municipi, piuttosto che tumultuariamente, ma soprattutto non si vorrebbe che la Toscana venisse a sollevare questioni gravi come quella del papa e di Napoli», pp. 56-58. Un consiglio, questo, del quale il Ricasoli, non aveva davvero bisogno.
(252) «Non ho veduto l'indirizzo, so che è stato molto modificato, giacché il primo progetto era avversissimo al governo attuale», scriveva la contessa Cambray-Digny al marito fin dal 16 giugno.
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