Ibid., pp. 48-50.
(253) L'influenza del Montanelli si potrebbe forse ravvisare nelle deliberazioni prese dal municipio di Lucca, ostentatamente improntate a un francofilismo accentuato. Cfr. il «Monitore Toscano», 29 giugno 1859.
(254) Puccioni, L'Unità d'Italia cit., pp. 74-75; Valeggia, G. Dolfi, Firenze 1913, p 36; Zobi, op. cit., I, pp. 379-81; Rubieri, op. cit., pp. 390-91; Doria, Carteggio cit., p. 659.
(255) Cfr. per tutti il Lambruschini nella lettera 28 giugno al Cambray-Digny. Carteggio politico cit., p. 137-39.
(256) Puccioni, L'Unità d'Italia cit., pp. 78-79; Carletti, La Fusione, Firenze 1859, pp. 22-24; Rubieri, op. cit., p. 166.
(257) Ond'è che lo stesso Montanelli, redigendo, alcuni mesi piú tardi, per conto, sembra, di quel suo comune, un indirizzo a re Vittorio (B. L., c. 40, i. 2222), ne sottolineava con orgoglio il primato patriottico e unitario.
(258) A Livorno vennero raccolti oltre 20 000 voti, 6000 a Pisa, ecc. Sulla autenticità di queste cifre qualcuno solleṿ i suoi dubbi; il Lambruschini, ad esempio, parḷ senza ambagi di firme false (nella cit. lettera al Cambray-Digny).
(259) Ricasoli a Ricci, 22 giugno: «Una sola parola non mi piace (nella formola senese), ed è annessione; convien preferire l'altra: unione. Le due parole annessione, fusione, non rappresentano il concetto d'un'Italia una e forte». Puccioni, L'Unità cit., p. 81. Sulle preferenze unitarie del Montanelli, cfr. anche Cambray-Digny a Corsini, 20 giugno, in Carteggio politico cit., p. 99; ivi anche (pp.
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