(346) Perfino il Bianchi dovette ammettere, sia pure a denti stretti, che al lusinghiero incarico il Montanelli preferí il posto di deputato all'assemblea. (Lettera cit. al «Monitore Toscano»); cfr. anche Mariscotti e Redi, op. cit. Ancora il 29 luglio, del resto lo stesso Peruzzi segnalando, da Parigi, il contegno ostile al governo toscano di una parte della stampa francese, scriveva al Ricasoli: «A me pare che adesso un giornale che propugnasse la causa dell'Italia centrale sarebbe utilissimo...; consiglierei di profittare delle disposizioni del Montanelli che dicono desideri di venire qui a lavorare nella stampa per la causa italiana: e ciň mi scrive anche il Matteucci. Mi pare che cosí fareste un viaggio e due servizi». Lettere e documenti Ricasoli cit., III, p. 186. Cfr. anche Poggi, op. cit., III, p. 98. Ma il Ricasoli, come si sa, era sfavorevole a questo progetto giornalistico: Ibid., p. 94.
(347) Cfr. la lettera del Fabrizi, prefetto di Livorno e un tempo amico e collaboratore del Montanelli, al Ricasoli, 25 luglio, in Lettere e documenti Ricasoli cit., III, pp. 182-83. Il Rosso, Lettere inedite di G. Mazzoni ad A. Vannucci, Torino 1905, p. 27, scrive addirittura che il Montanelli, nel '59, tentň «di rimettere fuori la sua proposta di una Costituente», ma non sappiamo dove abbia pescato questa notizia del tutto infondata.
(348) Della Torre, op. cit., p. 283; Poggi, op. cit., III, pp. 78 sg. Del resultato complessivo delle elezioni si rallegrava il Massari: «Sono tutti liberali; ma mi spiace vederci il Montanelli: lui che č per Napoleone!
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