(372) A sentire il Menichetti, che fu eletto in sua vece, nel gennaio del '61, nel suo collegio natío, dopo una lotta d'indicibile asprezza, lo stesso Cavour, poche settimane prima di morire, avrebbe testualmente dichiarato: «Alla Camera, meno Montanelli, ci sono tutti coloro che hanno contribuito a fare l'Italia. Mi disse anche che ne avrebbe combattuto a oltranza la candidatura» (Puccioni, Il Risorgimento cit., p. 249). Senonché converrebbe conoscere a quali confidenze del Menichetti facesse seguito questo sfogo del gran conte!
(373) Memorabile fra tutti la serie di articoli sull'Ordinamento nazionale, pubblicati sulla «Nuova Europa», Firenze, nel 1861-62: al loro uscire nessuno li notò o parve notarli; salvo che, morto il Montanelli, pensarono gli amici a raccoglierli in opuscolo, sotto quel titolo (Firenze 1862): e allora se ne fece gran caso!
(374) Soprattutto 7 debiti pubblici! Legge 4 agosto 1861, presentata come progetto dal Bastogi il 27 giugno. Scriveva il deputato Galeotti: «il regno d'Italia ereditò dagli antichi e dai nuovi governi un disavanzo ordinario di 102 milioni; un debito pubblico di 22 481 870 000; una quantità cospicua di leggi e di decreti organici, che dovevano essere posti in esecuzione; un personale esuberante nei pubblici uffici, oltre a quelli che la mitezza di una rivoluzione aveva collocato fra i pensionati: i pubblici introiti dappertutto diminuiti» (La prima Legislazione del Regno d'Italia da Zoli, Saggio, pp. 279-80).
(375) Secondo Petruccelli della Gattina, 2561: Storia d'Italia, p. 476. Nel 1860, su quaranta province, solo sei eran provviste di ferrovie.
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