.. che vada a Roma contro chiunque...»
Benedetti, Ma mission en Prusse, pp. 245 sg., suppone che Bismarck incoraggiasse il partito d'azione italiano nella marcia su Roma per metter male tra Francia e Italia.
(407) Sono i «megalomani» contro i quali strepita Jacini, Pensieri sulla politica italiana.
(408) Lo stesso dice che una frazione della classe dirigente italiana raggiunta col '66 l'unità disertò la politica, perché non si era interessata di politica che fin quando essa coincideva col fine dell'unità! Un'altra frazione conseguí tanti vantaggi che le mancò ogni stimolo a occuparsi ulteriormente di cose politiche.
(409) Vedi discussione esauriente alla Camera in precedenza della nuova legge, nel 1872. Un dato: dal 1861 al 1870 non si poterono eseguite 75 000 mandati di arresto! La Camera discusse lungamente in comitato segreto. Il deputato Carrara (giurista): «Il n'y a pas en Europe un peuple civilisé où la sûreté publique soit dans un état aussi misérable et aussi grave qu'en Italie!» (Rattazzi et son temps, II, pp. 508 sg.).
(410) Diceva Lanza a Rattazzi, dicembre 1871, dipingendogli le difficoltà della situazione: «... nous sommes à Rome, avec le pape qui nous bombarde de front, Naples qui nous mine par derrière, les Romagnes mazziniennes qui nous mordent aux flancs...» (Rattazzi et son temps, II, p. 484).
(411) Sulla larghezza d'idee della Destra, Jacini, Sulle condizioni della cosa pubblica, p. 67: «Uno dei capi del partito avanzato di una repubblica democratica, mi diceva un giorno, 1863: "Diamine! sono costretto a dichiararmi un codino, in confronto di qualcuno dei vostri burgravi di estrema Destra della Camera di Torino!
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