.. alle insidie delle chiesuole parlamentari». - Tant'è vero che fra i deputati si contano ormai una sessantina di ex ministri. I continui cambiamenti «hanno per effetto di indebolire vieppiú il potere esecutivo, di ridurlo incapace a fissare un determinato progresso (che in quanto al metterne poi in atto uno qualsiasi è inutile parlarne) mentre hanno alimentato nel pubblico la credenza che la sala dei 500 non sia altro fuorché una giostra di passioni personali...»
p. 31: «Non essendovi stabilità di governo, avviene che diventino sempre peggiori la pubblica amministrazione e lo stato delle finanze. La cattiva amministrazione e il dissesto delle finanze, rimaste in permanenza e perciò in continuo aumento, ingenerano il disagio. Il disagio produce il malcontento. Il malcontento promuove la nomina dei deputati piú idonei a rendere sempre piú instabile il governo. Quindi, da capo».
p. 80: «Il problema da risolvere in Italia consiste dunque nell'assicurarle un governo forte, senza il quale essa precipiterebbe nell'anarchia: ma conservandole nello stesso tempo la libertà, senza la quale la nostra nazione suol sempre degenerare».
Per sanare la piaga dei governi deboli e effimeri, in Italia, molti sognano la repubblica. Illusione! Altri, un colpo di Stato che abolisca lo Statuto e instauri la dittatura regia.
Jacini (pp. 79 sg.), trova che ciò tradirebbe gli scopi assegnati al Risorgimento e darebbe perciò ragione ai sostenitori dei passati regimi, che sostenevano esser gl'italiani immaturi a un regime libero.
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