(440) Jacini, Sulle condizioni della cosa pubblica. Partiti non ce ne sono. Le frazioni in cui si divide la Camera non esprimono che il regionalismo che informa di sé i sedicenti partiti oppure si fondano su distinzioni che non hanno radice nel paese, ma nella ristrettissima classe politica. La Destra si formò, com'è noto, e raccolse, fino al 1866, anche parecchi rivoluzionari (d'altronde l'opera governativa della Destra fino al '66 fu squisitamente rivoluzionaria); ora è rimasta cosí, un amalgama di gente diversa, che si fraziona dietro a nomi o a indirizzi contingenti. La Sinistra è la minoranza del primo Parlamento italiano e il risultato del malcontento espresso dalle elezioni del '65 e del '67, finora senza progresso positivo. Ora si va un po' costituendo, ma manca di una Destra oppositrice chiara. Per cui non riesce a distinguer chiaramente il suo progresso dai molti espressi da Destra e si perde finora in agguati e scaramucce. Niente di impossibile che, se la Sinistra riuscisse a esprimere un progresso accettabile, divenisse un giorno il partito conservatore. I centri sono formazione esclusivamente parlamentare e contingente. V'è poi l'estrema Sinistra, composta dagli irreconciliabili di Sinistra e dai prodotti del malcontento.
(441) Fra essi Garibaldi.
(442) Bisognerà studiare a fondo la genesi dei partiti politici in Italia. Jacini (Pensieri sulla politica italiana), distingue due periodi; uno dal 1860 al 1866 (partiti concordi nel volere il completamento dell'unità e in esso assorbiti; differenze fra di loro solo di metodo); l'altro dopo il '66 in cui ogni politica è possibile e sbocciano i programmi.
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