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      Se la si ammette cade il concetto di necessità storica, e sorge l’alternativa. Si introduce cioè quell’elemento di dubbio che nel sistema marxista difetta totalmente. O non si ammette questa sfera di libertà, cioè si ritiene che la volontà umana, date le circostanze, debba dirigersi in un senso determinato e allora la volontà umana, nel suo manifestarsi, viene ricacciata al rango di effetto e non piú di concausa. In ambo i casi il tentativo di conciliare il sistema marxista con una interpretazione non deterministica, cade.
      Ci sono inoltre varie altre prove indirette del determinismo implicito nel sistema marxista. Se Marx avesse assegnato una influenza autonoma e determinante alla volontà umana, non si spiegherebbe il suo scherno per tutti coloro che appoggiavano le rivendicazioni proletarie sul terreno della morale e del diritto. Se la volontà deve intervenire, tutti gli stimoli che concorrono a volgerla nel senso auspicato debbono essere potentemente incoraggiati. Invece egli considera come profondamente errata e pericolosa una propaganda socialista facente appello a un principio di giustizia.
      In Marx è sempre presente la preoccupazione di tradire, nell’impeto della polemica, il fondo storicistico del suo pensiero. Egli ha sempre cura di avvertirci che il suo punto di vista «meno di qualsiasi altro» può rendere l’individuo responsabile dei rapporti dai quali egli socialmente deriva, «checché faccia per districarsene». Le leggi immanenti della produzione capitalistica si impongono ai capitalisti come «leggi coercitive esterne». La loro volontà è fuori giuoco.


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Socialismo liberale
di Carlo Rosselli
pagine 184

   





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