Ma non appena, da simile considerazione anatomica e separata delle età singole Marx passa a considerare la continuità del processo storico di sviluppo, ecco che i già definiti «rapporti di produzione necessari», base e condizione determinante della vita sociale e spirituale, si convertono non in demiurghi della storia, ma in materia cristallizzata e inerte, contro la quale si svolge la vera forza viva in movimento e bisogno continuo di sviluppo, cioè l’uomo (Sulle orme di Marx, 3ª ed., vol. II, p. 221).
Di dimostrazione neppur l’ombra. Affermazione gratuita. Marx non ha mai lasciato lontanamente supporre di far propria una simile incomprensibile concezione. Quasi potesse darsi una legge vera pel generale e non piú vera pel particolare, un uomo libero in astratto e non nel concreto, nell’eternità e non nell’attimo.
D’altronde se questa del Mondolfo dovesse essere l’autentica interpretazione del marxismo; se davvero tutto il marxismo stesse nel concetto della prassi che si rovescia, a me par chiaro che esso si risolva nel liberalismo. Al marxismo, cosí come lo interpreta Mondolfo, e con lui tutto il revisionismo, repugna infatti sempre piú ogni elemento finalistico; o meglio, da quella interpretazione, non ne discende alcuna conclusione pro o contro la soluzione socialista. Si può accettare la teoria della lotta di classe come un fatto e ritenere che avrà uno sbocco diverso da quello previsto da Marx o che costituirà in eterno il lievito della vita associata. Viene meno cioè quello che era ed è – in realtà – il fulcro e la ragion d’essere di tutto il sistema: vale a dire la scientifica dimostrazione della necessità storica di una soluzione socialista.
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