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      Per chi anela ad un compito costruttivo è un errore pericoloso l’ostinarsi a contrapporre una forma sociale pura, ideale (la società socialista) ad una forma tutta e solo applicata (la società capitalista attuale). Per definizione tutte le forme pure sono superiori alle applicate. In teoria anche il liberismo assoluto – la armonia newtoniana degli egoismi individuali, celebrata da Bentham – è capace di assicurare il maximum di benessere collettivo. Bisogna passare dalla teoria alla realtà e rassegnarsi alle inevitabili delusioni. La vita è ricolma di attriti e di incognite, e non produce che valori relativi.
      La forma sociale ideale cui si riferiscono i socialisti marxisti scaturí per contraccolpo critico e sentimentale dalle analisi delle deficienze e delle miserie morali e materiali di una fase superata del capitalismo nei paesi piú progrediti. Nella misura in cui il capitalismo ha risolto i problemi e le contraddizioni segnalate da Marx, o ha realizzato postulati della scuola socialista, la critica marxista è superata. Cento anni fa il quadro di una produzione razionalizzata, sottratta al capriccio degli egoismi individuali, era altamente suggestivo. Oggi, di fronte alla razionalizzazione delle grandi industrie capitalistiche, il fascino è immensamente diminuito; e solo l’affezione a vecchi luoghi comuni e la ignoranza della nuova realtà economica può conservarlo agli occhi dei socialisti europei.
      In una discussione tra Marx e un filatore di cotoni del Lancashire o un produttore di caldaie di Birmingham, Marx avrebbe riportato indubbiamente la palma.


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Socialismo liberale
di Carlo Rosselli
pagine 184

   





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