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      In fondo il piú vero trionfo di Marx sta proprio qui: nell’aver permeato del suo pensiero, del suo prepotente realismo tutta quanta la scienza sociale moderna; di contare tra i suoi scolari i suoi stessi piú acerrimi avversari, di veder trattati come luoghi comuni molte delle sue intuizioni divinatrici. Fatte le debite proporzioni, si può dire che egli occupi nella scienza sociale il posto di Kant nella filosofia. Come dopo Kant, cosí dopo Marx talune posizioni sono superate per sempre e l’indirizzo degli studi subisce una svolta decisiva. Ma c’è piú uno storico che possa scrivere di storia senza tener sempre presenti e le forme della produzione, e il grado della tecnica, e i rapporti economici, e la struttura della classe; cioè senza rintracciare, oltre gli aspetti politici, morali, religiosi, quella che Marx chiamava la struttura economica? E c’è piú un politico che possa prescindere dalla sua visione realistica e dialettica della vita sociale, e veramente illudersi di chiudere, col sussidio di declamazioni solidaristiche e di repressioni poliziesche, le cateratte della lotta o delle lotte di classe? Anche la reazione antiproletaria, oggi, si fa nello spirito di Marx, cioè con una ben piú perfetta conoscenza delle forze che si vogliono incatenare. E la polemica politica è ancor oggi intessuta per tre quarti intorno a posizioni che del pensiero di Marx recano il potente suggello. Ma, ecco il punto, queste verità, appunto perché verità, non possono piú dirsi monopolio socialista, e ancor meno possono valere a caratterizzare il moto socialista e a indirizzarlo.


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Socialismo liberale
di Carlo Rosselli
pagine 184

   





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