Si è detto che la posizione liberale è contrassegnata dalla fede nella libertà non solo come fine, ma anche come mezzo. La libertà non saprebbe conseguirsi attraverso la tirannia o la dittatura, e neppure per elargizione dall’alto. La libertà è conquista, autoconquista, che si conserva solo col continuo esercizio delle proprie facoltà, delle proprie autonomie.
Per il liberalismo, e quindi per il socialismo, è fondamentale la osservanza del metodo liberale o democratico di lotta politica; di quel metodo che, per la sua intima essenza, è tutto penetrato dal principio di libertà. Esso può riassumersi con una sola parola: autogoverno. Il metodo liberale vuole che i popoli e le classi, al pari degli individui, si amministrino da sé, con le loro forze, senza interventi coercitivi o paternalistici. La sua grande virtú pedagogica consiste appunto nell’assicurare un clima che sospinga tutti gli uomini ad esercitare le loro piú alte facoltà nell’approntare istituti che li inducano a partecipare attivamente alla vita sociale. Esso reca come premessa fondamentale il principio che la libera persuasione del maggior numero allo stesso modo che è il miglior mezzo per raggiungere la verità, cosí è il miglior mezzo per garantire progresso sociale e assicurare la libertà. Sul terreno politico si potrebbe definire come un complesso di regole di giuoco che tutte le parti in lotta si impegnano a rispettare; regole dirette ad assicurare la pacifica convivenza dei cittadini, delle classi, degli Stati, a contenere le lotte fatali e anzi desiderabili, entro limiti tollerabili, a consentire la successione al potere dei vari partiti, ad incanalare nella legalità le forze innovatrici via via insorgenti.
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