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      Solo attraverso il reale si arriva all’ideale, ricordava Jaurès. Quanto piú premono le condizioni sociali e ambientali e tanto piú si è negati ad una contemplazione pura dell’ideale.
      Ma da questo elementare riconoscimento ad arrivare al cliché di una massa sensibile solo agli aspetti materiali dell’esistenza, ci corre; giacché nel passaggio si perde tutto il valore ideale, tutto l’aspetto finalistico della lotta per la libertà.
      Bisogna spezzare il facile ricatto della Massa, che si vorrebbe elevare al rango di nuovo Moloch, sacrificatore della nostra migliore umanità; tanto piú che esso nasconde, assai piú spesso che non si creda, un comodo alibi per la propria impotenza spirituale o uno stupido orgoglio. Sono proprio i presunti avvocati della massa, che vorrebbero impartirci lezioni di umiltà, a peccare per aristocraticismo. Con che diritto essi affidano ad una piccola minoranza – alla quale beninteso si ascrivono – il monopolio di tutti i sentimenti disinteressati? Con che diritto operano questo taglio feroce, ponendo da un lato i pochi, gli eletti; e dall’altro i molti, i paria dello spirito? Non capiscono che cosí facendo condannano precisamente il diritto della massa, il diritto della maggioranza, che verrebbe automaticamente a cedere di fronte a quello degli eletti, della minoranza, appunto perché essa minoranza esprime dei valori qualitativi superiori? Il giudizio pessimistico sulla massa è un giudizio pessimistico sull’uomo, dappoiché la massa non è che una somma di concreti individui.


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Socialismo liberale
di Carlo Rosselli
pagine 184

   





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