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      Non intendono che con la molla dell’interesse nessuno sarà indotto ai sacrifici indispensabili di una battaglia rivoluzionaria. Non basta dimostrare alle masse che da un regime di libertà ricaveranno dei vantaggi; bisogna dimostrar loro che i sacrifici di prigione, di esilio, di sangue saranno compensati nell’atto stesso in cui saranno compiuti anche per coloro che li compiono. Il che è manifestamente assurdo. Una lotta rivoluzionaria, a qualunque fine indirizzata, richiede nella massa una disposizione altruistica e idealistica, la capacità di esprimere dal suo seno una minoranza eroica che si sacrifica. Ora in nome di che si sacrificherà la massa se davvero non può muoversi che sul piano assegnatogli dai nostri utilitari?
      Mistero dei misteri.
      È doveroso dirlo, i socialisti che si mantengono ancora legati alla concezione formalistica e strumentale della lotta per la libertà, sono fatalmente tagliati fuori dalla battaglia e precipitano al compromesso. A un compromesso che potrebbe magari assicurare l’apparenza della libertà ma ne ucciderebbe in germe la sostanza animatrice.
     
      Noi intendiamo dunque chiamare il popolo italiano, la massa, a una lotta rivoluzionaria in nome del principio di libertà. Questo principio di libertà non esclude, anzi include, rivendicazioni di carattere piú positivo e ardite riforme sociali; la lotta per il pane e piú umane condizioni di vita si identifica per tutte le classi e soprattutto per la classe operaia, con la lotta per la libertà; ma il mito animatore della rivoluzione italiana sarà rappresentato dal principio di libertà.


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Socialismo liberale
di Carlo Rosselli
pagine 184