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      La questione è tutt’altro che bizantina. Il domani vaticinato non può essere lontano e giungerà comunque improvviso; e la storia non ammette previsioni e dilazioni. Se i problemi della ripresa socialista non verranno sin d’ora virilmente affrontati, il movimento socialista correrà il rischio, come dopo la guerra, di restar travolto dal ciclone demagogico improvvisatore.
      Ma prima ancora di scendere all’esame di codesti problemi, è utile chiedersi quale carattere assumerà questo ritorno alla vita del socialismo. Ripresa pura e semplice nei solchi tradizionali, oppure fresca e originale rinascita?
      Coloro che la vita intera spesero sempre nel movimento non si rendono conto della gravità della crisi che stiamo attraversando e si illudono che nulla di sostanziale sia mutato. Consapevoli della profonda penetrazione operata dal socialismo in Italia, e dei vasti residui sentimentali che sono nelle masse, non vedono soluzione di continuità. Pare a loro che i problemi di ieri saranno ancora quelli di domani, che la continuità, assicurata dalle loro persone, sarà confermata dalle cose...
      A questa conclusione sono tratti dalla stessa considerazione del fenomeno fascista – che definiscono parentesi irrazionale dovuta a fattori estrinseci e superficiali – e da una vena scettica e fatalistica. Ciò che è avvenuto, essi dicono, doveva avvenire. Il movimento socialista è stato quello che è stato non per volontà di uomini, ma per forza di cose e di imperscrutabili eventi. Le «cose» non si processano.


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Socialismo liberale
di Carlo Rosselli
pagine 184

   





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