- No, quegli rispose. - Ebbene, ripigliò la dama, andate ad impararla e poi venite a ritrovarmi. La musica nel mondo galante è divenuta indispensabile; senza di essa un amante corre sovente pericolo di cadere in disperazione per non essere in istato di cantare un'arietta. - E quel cavalierino che ora siede rimpetto a colei, fu respinto più volte dalla crudele, ed egli sarebbe morto se non avesse imparato a memoria quell'aria del Buranello:
Ah che nel dirti addio,
Cara, morir mi sento...
che gli salvò la vita - e così press'a poco fan tutte... E qui cangiando discorso, il giovane di Milano nominò a quel di Venezia tutte le principali beltà che in quella sera mostravansi al palchetto: la marchesa Serbelloni con puff a nastri azzurri, la marchesa Dadda con puff ad airone, la marchesa Litta con puff a capitello corinzio, la contessa Borromeo del Grillo senza puff, ma con un sistema di riccioni altissimo e intrecciato con dieci braccia di nastro, e la contessa Verri e la marchesa Beccaria, ecc., tutte insomma le arcavole delle nostre più distinte patrizie. - Ma già i suonatori, incipriati anch'essi, eran tutti al loro posto in numero di trenta, e il primo violino, signor Belletti, aveva dato un primo colpo d'archetto. Il maestro Galuppi soprannominato il Buranello, il quale era il compositore della Semiramide riconosciuta, stava già alla sua spinetta, in tutto quello sfarzo di vestito che era la caricatura di tutte le caricature che si trovavano in teatro. Seduto tra il contrabbasso e il violoncello, aveva dietro di sè due viole da gamba, strumento soavissimo, che scomparve per dar luogo alle catube, ai bombardoni, ai serpenti, ai pelittoni, e a tutto il parco di artiglieria della musica di oggidì; e sedevano innanzi a lui due suonatori di flutte, due di oboè, due di corni.
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