- Però, essendo inferiori le prime donne di quella stagione, alle altre che aveva già sentite, il pubblico si rivolse al nuovo sole che era Ircano, ovvero il tenore Amorevoli, l'occulta passione delle donne. - Applaudito al suo primo comparire, fece fremere d'entusiasmo la platea ad ogni emissione di voce; ma il segreto di mettere in pericolo la mente sana degli spettatori se lo serbò all'aria:
Maggior follia non v'è
Che, per godere un dì,
Questa soffrir così
Legge tiranna. -
Alle cadenze di questa cabaletta il teatro parve dividersi in due per lo scoppio d'applausi.
- Vengano ora i musici - gridava un giovinotto - ora che finalmente questo Amorevoli canta come un uomo e non come una donna.
Il tenore Amorevoli diffatto fu il primo che, per l'ineffabile dolcezza d'una voce naturale e pel gusto squisitissimo del suo canto, fece sperare che col tempo si potesse far senza de' musici. Ma così non la pensavano i vecchi, uno de' quali diceva indispettito:
- Tutto va bene, ma bisognava sentire Carestini a cantar quest'aria. Egli aveva gli estremi dei bassi e degli acuti, tanto che il Ciardini tenore disse, che voleva farsi evirare per poter cantare il basso come lui.
- E dove lasciate Cafariello? - diceva un altro che portava ancora la parrucca a riccioni; - giammai uomo mortale spinse così lungi l'audacia del canto.
- E Bernacchi il patetico?
- E dove lasciate Egiziello, il grande, l'unico Egiziello, il re dell'espressione? fu egli che nell'opera Artaserse fece piangere tutta Roma per questo solo accento:
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