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      - Però andiamo avanti coraggiosamente, anche perchè, d'altra parte, se il fatto è strano, riuscì poi fecondo di conseguenze gravissime.
     
     
      VI
     
      Amorevoli, per un movimento troppo spontaneo, balzò indietro tre passi a quel dàgli dàgli, risuonato improvvisamente nel silenzio della notte, e s'inferrajuolò sino al viso per un altro movimento spontaneo; nè egli aveva finito di coprirsi la faccia movendo, senza proposito determinato, in ritirata, che la contessa era già uscita, anzi fuggita dalla biblioteca, per fermarsi affannata sui gradini della scala che metteva alla sua stanza da letto, comprimendosi colla sinistra il cuore che parea volesse scoppiarle. Chiunque attende a far cosa che, se potesse, vorrebbe tener nascosta anche a sè medesimo, trema dello stormire non aspettato d'una foglia; figuriamoci poi d'una voce, anzi di più voci che squarcino l'aria intera in un momento che tutto per consueto dev'essere silenzioso, e che accusino la piena veglia di molte persone che avrebbero l'obbligo di dormire profondamente. - Amorevoli, sgomentato, s'accostava al muro di cinta e già stava per tentare il varco; chè le voci, anzichè cessare, facevansi più vicine, e con esse udivasi un rumore diffuso, come di molte pedate che battessero l'ortaglia. Ma un uomo, a pochi passi da lui, in quel punto stesso, colla velocità non avvertibile di un lepre, coll'elasticità di un saltatore di corda, balzò oltre il muricciuolo; e Amorevoli, trattenuto da quell'improvvisa comparsa, non ebbe tempo di raccapezzar le idee, che si trovò d'improvviso fra molti uomini che gli furono sopra afferrandolo pel mantello e gridando Ah... ci sei.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Amorevoli