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      - Basterebbe poi, a mio rimesso parere, che il tenore dicesse il motivo per cui trovavasi là...
      - Ora parlate bene; a tal patto la cosa cambia di aspetto...
      - Un motivo qualunque...
      - Un motivo qualunque no... la giustizia è inesorabile; essa è un ragioniere che tien conto anche dell'ultimo quattrino, e se la somma non riesce, il bilancio non si può fare. - Ci vuole, caro mio, un motivo che possa essere provato come due e due quattro; e, a quel che ho sentito da uno scrivano del Pretorio... sapete cos'ha risposto il tenore al primo interrogatorio del giudice?
      - Che cosa ha risposto?
      - Una assurdissima bestialità. Ma già si sa quel che può uscire dalla bocca di un tenore...; ha risposto, se lo scrivano non ha detto una sciocchezza, perchè anche questi scrivani.... ha risposto che nessuno poteva nè può impedirgli delle bizzarrie innocenti; che però gli era venuta voglia, passeggiando in quelle parti là dopo il teatro, e vedendo quel bel giardino e quel gran palazzo, e giacchè faceva anche il più bel chiaro di luna che mai, gli era venuta, come dicevo, la voglia di saltar dentro a far una passeggiata...
      - E che cos'ha risposto il giudice?
      - Questo non si sa. Ma se il giudice è quell'uomo acuto che tutti conosciamo, gli dee aver detto: - Siete stato disgraziato a passeggiare in giardino, in un momento che si andava in cerca di un ladro... Ora il ladro siete voi, se non avete qualcosa di meglio da dire al giudice.
      - Ebbene, sarà come voi dite... osservava un altro, e ad uscire d'impiccio dovrà pensarci il tenore; ma ora vorrei sciogliere l'altro gruppo del nodo.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Basterebbe Pretorio