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      .. chi sa che il notajo non sappia qualcosa di più?
      Il giudice si alzò e: - Non voglio perder tempo - soggiunse: sull'istante vado dal dottor Macchi...
      - Egli sta in borgo delle Grazie.
      - Lo so.
      Così dicendo, il giudice si partì dalla casa del preposto di S. Nazaro, e quando lo salutò:
      - Mi scuserà, reverendo signor preposto, soggiunse, se per le volute formalità sarò costretto a sentirla anche in Pretorio. - Risalì poi in carrozza per recarsi difilato alla casa del dottor Macchi.
      Ma quando fu nella via, pensò che era più conveniente mandarlo a chiamare, che andarlo a visitare, perchè questa poteva essere una deviazione dalle leggi d'ufficio, soltanto compatibile, in via straordinaria, con un reverendo preposto. Giunto così al Pretorio, mandò infatti a prendere in carrozza il notajo, il quale non si fece aspettare, e ripetè press'a poco le parole del preposto di S. Nazaro, senz'altra aggiunta che questa:
      - Del resto, illustrissimo signor giudice, se io ho dettato il testamento, e se il marchese lo ha tutto trascritto di suo pugno, ciò non vuol dire che dopo non l'abbia anche lacerato... perchè già ella sa che il suo costume fu sempre di disfare oggi quello che aveva fatto jeri... onde il trafugamento può forse essere stato un delitto inutile.
      - Ma a che proposito, osservò allora il giudice al notajo, ella mi dice questo?
      - A nessun proposito. Bensì è mia opinione che se mai i protettori del fanciullo volessero muover lite al fratello del marchese, di che ho sentito a toccare un tasto, se il secondo testamento non salta fuori, ognuno potrà pensare quel che vuole; ma l'erede è il signor conte di pieno diritto.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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