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      Allorchè la favola inventò la camicia avvelenata di Nesso che arse le immani membra del semidio Ercole, côlto all'impensata, seppe ben ella cosa faceva; ma in Fedra, in Medea, in Didone, nella Saffo, e a voler saltare più di due mila anni, in Gaspara Stampa e in Properzia de' Rossi, che consolazione e qual sole sia l'amore, ognuno lo può vedere, perchè l'amore, se non trova contrasti, si spegne o si trasmuta in un'infiammazione benigna che non intacca l'appetito e non infesta le digestioni e allora non è amore; e quando sia tale veramente, si crea i contrasti da per sè, quantunque non ci provveda la perfida fortuna; inventa fantasmi e larve e sospetti e affanni, e si confedera alla gelosia; ed è allora che esso entra nel suo pieno stadio, nel suo più completo sviluppo, che assume le sue virtù più micidiali, che fa scomparire il color vivo delle fronti, che emunge le guancie, che turba il numero delle battute del polso, che toglie il sonno, che sfila e sfianca anche le vite meglio costrutte dalla rigogliosa natura. O giovinetti, o giovinette, o donne, o uomini, che versate in qualche periglio amoroso, o voi tutti adunque che mi ascoltate, se mai il quadretto che v'ho delineato fosse atto a produrre alcun effetto, fate buon pro dell'avviso, e ringraziatemi; e chiudete i vostri cuori in fretta, come quando si chiudono le persiane al comparir dell'uragano.
      Così fossimo vissuti al tempo di donna Clelia e fossimo stati suoi amici, e avesse ella potuto bere il contravveleno di queste poche righe! ma, pur troppo, non siamo nati in tempo, e l'uragano scoppiò, e il suo cuore, rimasto aperto, ne fu messo sossopra, e terribile uscì il malanno; perchè potrebbe darsi benissimo che qualche testolina leggiera ne avesse a ridere, ma noi non ridiamo: tanto quella donna era diventata infelice, chè l'amore esaltato dalle furie della gelosia, era penetrato nel cuor suo per siffatto modo, che ben poteva esser definito un tétano morale.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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