Quando un popolo è condannato a portare simultaneamente il peso di due poteri arbitrarj e iniqui, ma che pure si faccian mutua controlleria, può avere intervalli di sollievo e può accidentalmente trovar anche la giustizia; mentre invece, se di que' poteri uno solo rimane sul campo, allora ai soggetti non resta a far altro che mordersi le mani, perchè loro è impedito anche di esprimere i gemiti del dolore. Ad onta di ciò, qualche uomo di Stato e qualche istoriografo potè lodarsi di quel periodo transitorio; ma la logica rivede i conti alla cronaca, le cui cifre, se non rispondono alla riprova della prima, è indizio che sono fallaci. Però il fatto che siamo per raccontare viene a smentire l'asserzione: che sotto il governo di Carlo VI siasi respirato quanto lo comportava la condizione dei tempi. - Degli arbitrj inumani del Senato, rimasto solo sul campo, fu dunque conseguenza un funesto avvenimento che non si è potuto scancellare dalla tradizione inorridita, sebbene siasi fatto scomparire dagli archivj il relativo processo criminale. Però, furono uomini devoti alla giustizia ed alla santa ragione quelli che pensarono di conservare il dettato della tradizione da essi raccolta dalla stessa bocca di chi era stato testimonio di quel fatto, che ben potè chiamarsi la strage degli innocenti; e la conservarono, perchè lo spettacolo dei traviamenti a cui può andar soggetta un'autorità costituita in arbitrio illimitato, rimanesse ad ammonizione ed a sgomento delle future generazioni.
Chi quindici o vent'anni fa era studente al ginnasio, al liceo, all'università, avrà sentito parlare di un tempo non molto lontano, in cui i giovinetti battaglieri e maneschi solevano ordinarsi in truppa, e assumevano tra loro un'ostilità di convenzione per aver un pretesto di menar le mani.
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Stato Carlo VI Senato
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