Or venne il tempo in cui, finita la sua educazione, doveva infatti uscire. - Ma fu allora che il conte Francesco, messo innanzi il pretesto d'un viaggio, cominciò ad insinuare alla fanciulla di rimanervi fino al suo ritorno; ed ella vi rimase. - Di poi, quando non valse più quel pretesto, ne cavò fuori altri molti per poterla dimenticare colà; ed ella pazientò senza lamentarsi, ma con grande suo affanno. Infine il padre un dì le fece motto della convenienza ch'ell'avrebbe avuto di abbracciar la vita monastica. La fanciulla stupì a quella proposta, e rispose con sdegno, e risolutissimamente negò. Allora il padre finse di non adirarsi e di trovar giusta quella fermezza di risoluzione; onde levatala dal convento, la condusse in casa. Se non che, dopo alcuni giorni, il portone del palazzo Pietra stette chiuso, perchè tutta la famiglia erasi recata in campagna in un luogo tra i monti valtellinesi. Passarono così due mesi, finchè corse la voce che tutta la famiglia era tornata, ed anche la fanciulla donna Paola. - Ma con grande meraviglia di tutti, essa venne ricondotta dal padre nel convento di santa Radegonda, dove la madre abbadessa sentì dalla bocca stessa di lei che voleva farsi monaca. La poveretta in que' due mesi erasi per tal modo disfigurata, che pareva una larva di fanciulla strappata per miracolo alla morte dall'arte medica. Che cosa del resto sia avvenuto in quel luogo del valtellinese, con che atti di crudeltà siasi trattata la giovinetta in quel tempo, non si sa; onde è libero il campo alle congetture.
| |
Francesco Pietra Paola Radegonda
|