- Giunta l'ora in cui la si dovea eseguire, accaddero nel monastero alcuni piccoli e curiosi accidenti che non mette conto di riferire, i quali parea avessero ad impedirla, ma invece l'agevolarono.
Il cavaliere si trovò, con altri, ben armato alla porta del monastero, ed una carrozza stava preparata in vicinanza alla chiesa di S. Paolo; prima d'uscire depose la fanciulla la veste religiosa, e comparve in sott'abito da uomo. - Alla presenza di testimonj si rinnovarono allora ambidue la fede ed il giuramento di sposi, di cui il cavaliere avea prima fatto dichiarazione in iscritto; e, senz'altro contrattempo, lasciarono la città.
La notizia di codesta fuga fece un tal rumore e provocò tanti parlari, che per molto tempo circolarono scritture in proposito e poesie di vario tenore; nelle quali, o lo sdegno dell'ascetismo esaltato condannava altamente quella risoluzione della giovane monaca, o la pietà spontanea di una ragione più libera protestava in sua difesa; ma più di tutti levò grido e si diffuse rapidamente ed ebbe migliaja di copie manoscritte un sonetto ch'ella medesima scrisse in propria difesa: ed è questo, che, sebbene scorretto e tutt'altro che prezioso in faccia all'arte, è preziosissimo in faccia a più gravi ragioni:
Donde n'entrai, m'involo alla ventura,
Porto meco l'onor, la fè nel core.
Benchè questo rassembri un grande errore,
Pianger dovrà chi lo mio mal procura.
So che al mondo non v'è legge sì dura,
Ch'obblighi un cuore ad un sforzato amore.
Amo il decoro e son dama d'onore,
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S. Paolo
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