- Lucia?
- Cosa mi comanda?
La contessa stette sopra di sè pensando ancora, poi soggiunse:
- Chiamami Giovanni, il figlio del carrozziere.
Dopo pochi momenti, entrò Giovanni - un servitore in livrea.
- Sai tu dov'è casa Borromea?.
- Lo so.
- Lì presso c'è una casa vecchia.
- Lo so.
- In quella casa abita una signora, che si chiama donna Paola Pietra.
- La conosco benissimo.
- Bene. Va' là da quell'egregia signora. Bada di domandar prima s'ella è alzata, e se riceve a quest'ora, e ad ogni modo aspetta finchè sia possibile di parlarle.
- Sì, signora.
- Quando ti riescirà, le dirai che sei una livrea di casa V..., e che ti manda la contessa Clelia, la quale brama di sapere in qual ora di tutto suo comodo può recarsi da lei, per parlarle di una cosa urgentissima. Ma falle capire però che quest'ora dev'essere prima di mezzodì in ogni modo. - Aspetta... Se mai quella pia e umil donna ti dicesse di voler venir essa da me, le farai comprendere essere assolutamente necessario che vada io medesima in casa sua. Va', e fa' presto.
Il servitore partì; la contessa si gettò a sedere, e richiamò la cameriera... e, ordinate alquante cose, la rimandò subito. Donna Clelia era più sconcertata che mai, e non potea star seduta, e l'irresoluzione le rientrò nell'animo, e persino il pentimento d'aver inviato il servitore da donna Paola; chè le pareva un atto imprudente e pazzo, e tanto più in quanto non aveva parlato che due sole volte a quella donna. Ma, d'uno in altro pensiero, si fermava a quello della Gaudenzi, e andava almanaccando i gradi di probabilità che ci poteano essere negli amori di colei con Amorevoli.
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