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      - E una voce sinistra, che in un baleno era corsa per tutta la città, aveva bastato a distruggere tutto, e a far succedere parole turpi e scherni inonesti al rispetto di prima! Perchè ben è vero che gli applausi della sera trascorsa eran saliti fin al velario per festeggiar la Gaudenzi; ma eran gli applausi di quella parte di pubblico che avea goduto nello scoprire che la intemerata colomba, cui bisognava rispettare per forza, era pur essa iniziata ai misteri d'amore tanto allora in voga.
      - Cara mia, disse dunque Lorenzo alla Margherita, quando questa, ridendo, gli domandò se stava bene di salute; voi ridete, ma vogliatemi credere che non c'è da ridere.
      La Margherita si fece allora un po' seria, e soggiunse :
      - Caro Lorenzo, non vi comprendo; in fin de' conti la verità è una sola... e quando avrà parlato, perché so parlar alto anch'io, vedete, quand'è necessario, ogni sospetto sarà dileguato.
      - Cioè volete dire che non avrete più citazioni in Pretorio, e nessuno potrà insultarvi impunemente, se non vorrà essere passato da una parte all'altra, perchè di scherma io so giocar tanto bene, quanto suonare un a-solo di violino. Ma tutto ciò non vuol dir nulla... e fino a tanto che non esca il nome di colei per la quale il tenore dev'essere venuto in queste vicinanze, a nessuno potrà esser tolto dalla testa che voi eravate l'oggetto delle sue visite notturne.
      - Ma perchè io e non altre! Domandate a Zampino, il quale stamattina è venuto per le solite cose del teatro, quante donne furono chiamate a comparire.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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