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      .. Tirava un vento, cari miei, che il letto pareva il Cenisio, onde il podestà si risvegliò spaventato, e non potè trattenersi dal dire dopo qualche momento:
      - Ah! è veramente orribile la vostra malattia, signor mio, per carità, accendete il lume, ch'io vo a gettarmi in laguna, piuttosto che dormire con voi.
      Io obbedii, accesi il lume. Egli si alzò, non parlò più; soltanto borbottò tra' denti, ed uscì chiamando l'oste a tutta voce. Il resto della notte la dormii così assai placidamente. Or non temete che io voglia oggi estendere a maggiori proporzioni l'esperimento di Venezia. Voi non siete nè sconosciuti, nè podestà, nè ostinati, e v'invito io. Su lesti, dunque, e vestiamoci. La carrozza è qui... sentite. - Poi, voltosi al Bruni: - Dovreste venire anche voi, gli disse. Qui c'è riserva di vesti e maschere per tutti gli amici che capitano... purchè sien tutti artisti, non importa se di pennello o di scalpello o di arco o di fiato o di gola o di rima. Stupisco anzi che non sia venuto oggi il segretario Larghi, il più caro scrittor di villotte che si conosca; e bisogna sentir lui stesso a cantarle! ma lo sentiremo alla festa del teatrino. Risolvetevi dunque. Volete esser Pantalone o Brighella?
      - Caro mio, nè l'uno nè l'altro, rispose Lorenzo: e còlto il momento che gli altri attendevano a vestirsi, così gli disse: - Son venuto da voi per un affar di premura.
      - Cattivo giorno, ma non importa.
      - Ho bisogno dell'opera di un pittore... ma di tale che sia e valente e improvvisatore, e conosca l'arte di colorir le maschere ad uso di Parigi.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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