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      Talvolta un'idea, un'opinione, una credenza s'impadronisce di un'intera massa di gente in un modo irresistibile. E gli uomini di buon senso e di spirito equo, che volendo esaminare prima di condannare, azzardano qualche difesa e qualche osservazione, sono quelli precisamente che danno le mosse al temporale.
      - Cane d'un pubblico, scrisse il conte Rostopchin nel proprio epitafio, in attestato del suo profondo disprezzo all'opinione pubblica; e Cane d'un pubblico, disse Lorenzo fra sè e sè fremendo, quando da un collega d'orchestra sentì la spiegazione di quell'improvviso malumore della platea; ma ciò che più di tutto gli fece salire il sangue alla testa, e lo raffermò nel suo proposito di vendetta, fu l'aver visto lo stesso signor conte V... a degnarsi di uscire dalla sua orgogliosa gravità per zittire anch'esso.
      - Anche tu, pensò tra sè, anche tu, bufalo bardato di Catalogna! ma non sai quel che ti attende? E quando calò il sipario, tutto convulso si avvicinò al Clavelli, per chiedergli se gli occorreva d'andar sulla scena.
      - Ho visto bene, e già ho qui il profilo che non ne scatta un pelo, tanto che in un bisogno potrebbe bastare. Ma un'occhiata attenta e ben dappresso e tra le quinte gli farà nascere il gemello...
      - E si arriverà in tempo?
      - Altro che in tempo! abbiamo due giorni.
      - Quando fosse pronto per sabbato a mezzanotte, è anche troppo.
      - Io vi avrò servito per mezzodì, - e Lorenzo accompagnò il pittore Clavelli sul palco scenico, collocandolo presso una quinta; e, prima di discendere in orchestra, andò nel camerino della Gaudenzi, la quale piangeva dirottamente.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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