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      - Chi non vuol credere, non s'incomodi; ma la nostra opinione è questa.
      Quante volte dalla bocca vermiglia di una faccia di cera uscì la folgore muta di una parola sola, ma che, sola, bastò a scomporre per sempre la felicità di due vite; che potè esaltare in un marito il cieco furore d'una gelosia omicida; e persuadere un troppo credulo fidanzato a respingere quella che indarno fu insidiata da qualche turpe amatore. Quante volte dell'effervescenza del senso, protetto dalla maschera e liberato per lei dal vigile pudore, Mefistofele approfittò per gettar la trama d'un futuro infanticidio! Quante volte una mendace accusa fu portata in alto dalla maschera, a cui nulla è inaccesso, per far percuotere un innocente odiato! e l'iniquità, resa inoffensiva dalla viltà nativa, diventò di colpo e audace e micidiale, celandosi dietro un volto di cera! Quante volte l'effimera virtù si disciolse tutta in sudore al contatto di quel volto stesso... e la ferma virtù vacillò... e cadde a un tratto chi avea potuto resistere a lungo. Per dio la maschera ci fa spavento! sicchè riputiamo che sarebbe un bel passo della civiltà se scomparisse per sempre dalla faccia degli uomini; e tanto più che è già una maschera la faccia naturale. - E dopo di ciò una festa da ballo è luogo di mestizia anche senza i volti finti! - Quante infelici passioni vi s'infiammano, quante felici illusioni scompajono; quanta gara funesta di perfide vanità; quanti gentili tessuti affranti dalla danza frenetica! Chi ha assistito coll'occhio investigatore e colla riflessione a quel punto in cui la prima luce del sole entra a mescolarsi in una gran sala colla fiamma decrepita dei doppieri consunti, e un raggio vivo di quella luce va a percuotere le faccie di un gruppo di giovinette che, vaghe, poche ore prima, delle più fresche rose della salute e della gioja, nell'abbattimento sorgiunto, nella stanchezza, nel repentino avvizzire, nella pupilla fuggita, nel livido pallore, lasciano già indovinare il processo con cui la dissoluzione s'impadronirà col tempo dei loro corpi, e dietro a quella che è quasi larva di gioventù e di bellezza, lasciano travedere con raccapriccio la futura vecchia e il cadavere futuro: ci saprà dire in confidenza, se si può raccogliere allegria da una festa da ballo!


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Mefistofele