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      - Andiamo, disse il Bruni, a pigliare il padre della prima donna, che s'è incaricato di farti il bracciere alla festa; - e partirono.
      Ma intanto che Lorenzo Bruni e la Gaudenzi salivano in carrozza, dopo un'ora di contrasto, in casa V..., quasi che da un medesimo filo dipendessero i successivi movimenti di due congegni, continuava ancora un contrasto incominciato dopo. - La contessa Clelia, la quale mille volte s'era pentita di non aver tosto messo in atto il consiglio di donna Paola Pietra, e alle fischiate onde si volle punire la Gaudenzi aveva provato un cruccio, un affanno, un'inquietudine particolare; e però non desiderava altro, fuorchè spuntasse la prima domenica di quaresima per recarsi in Pretorio, o per iscrivere al giudice, contenta di affrontare affanni peggiori ma di tagliare quel nodo una volta per sempre e finirla; sazia della festa del giovedì grasso e d'un pranzo incomodo di sessanta coperti e d'un'accademia del venerdì e del trovarsi sempre in mezzo a tanti uomini e donne, in ciascuno de' quali e delle quali ella vedeva i suoi denigratori spietati, quando la gran notizia fosse scoppiata in piazza; e affranta per di più da un tedio convulso che la faceva stare di malissima voglia, aveva risoluto di non intervenire altrimenti in quella notte alla festa da ballo in maschera del teatro Ducale. Ma non avesse mai fatto una simile proposta al conte marito! La contessa, nelle più comuni circostanze della vita, poteva in casa far tutto quello che voleva, lo abbiamo già detto; ma in certe occasioni speciali, guai ad omettere una pratica, una consuetudine, un cerimoniale.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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