Come il Larghi ebbe finito, quella dozzina di socj della compagnia de' Foghetti si presentarono alle dame, e le invitarono a ballare un minuetto. Poche vi si rifiutarono, ma tra queste vi fu la contessa Clelia, che accusò di star male. Cesare Larghi invitò la Gaudenzi, la quale, ringraziandolo della cortesia, non si fece pregare. - Si rimise allora lo schiamazzo nelle sale, si rinnovarono le grida, l'orchestra tornò a suonare; e dodici coppie strisciarono la danza con mille scontorcimenti leziosi della testa e delle braccia che sporgevano rose nel punto che fingevano involarle, e sulla punta delle dita deponevan baci incaricati di volar sul volto delle dame danzanti. Lorenzo Bruni che aveva seguito per poco la Gaudenzi nella sala da ballo, ritornò dove s'era trattenuta la contessa Clelia, e girandole dietro le spalle, le accostò la bocca della maschera nera all'orecchio, e, parlandole con voce sottomessa e alterata, l'invitò a danzare.
- Signore, ho già rifiutato un altro gentile invito, perchè sto male.
- Signora, devo parlarvi. - Si tratta di un affar grave... Favorite ad accettare un ballo; avremo agio a stare insieme senza sospetto altrui.
La contessa sentì scorrersi un brivido per l'ossa, e non trovò parola per rispondere; chè quanto aveale detto il fratello l'aveva messa in gravissima apprensione; onde si alzò allora e, detto alla sorella che le sedeva presso:
- Aspetta qui; e, pregata la contessa del Grillo a tenerle compagnia: - Vengo, soggiunse poi alla maschera, la quale offrendole il braccio, la accompagnò nella sala da ballo.
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