Il giudice che aveva il pensiero ai contravventori, non badò a tal fatto più che tanto, e s'affrettò al Pretorio, dove spiccò tosto gli ordini, perchè si mandassero a chiamare tutti i pittori della città di Milano senza perder tempo. E anche noi senza perder tempo diremo, che non batteva il mezzodì, che già il pittore Clavelli, semplice e schietto, invitato a comparire e interrogato, confessò la cosa, e nominò il violino per il ballo del teatro Ducale. Questi, non trovato in casa, come si seppe che praticava presso la ballerina Gaudenzi, colà appunto fu cercato e trovato ed arrestato, con nuovo dolore e spavento e lagrime della Gaudenzi, la quale, pur troppo, cominciava ad essere visitata dalla sventura.
Così nell'ora trista del tramonto di quella tristissima prima domenica di quaresima, il destino di cui abbiam veduto a scintillare in alto l'occhio beffardo, potè contemplare a un punto solo quattro scene dolorose: una sala del palazzo V... in cui il conte passeggiava innanzi e indietro, rapidissimo, mentre il furore che lo divorava per la scoperta dell'infedeltà di quella che aveva riputata irreprensibile, gli si svolgeva in cuore e gli si tramutava in un sentimento spasmodico di pietà e di costernazione, all'idea che la contessa era scomparsa e non si sapeva nè dove nè come, onde mille orridi timori gli straziavano l'animo; e nella sala stessa, la contessa madre sedeva immobile, coll'occhio impietrito e spaventato, intanto che la contessina piangeva dirottamente, e il conte fratello stava ritto in gran pensiero, guardando macchinalmente da un finestrone nella via sottoposta.
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