- A notte inoltrata donna Clelia giunse alla villa, tra le solite meraviglie degli agenti e delle fattoresse. All'alba del terzo giorno, avuto il modo di cangiar vesti, scomparve improvvisa anche dalla villa, all'insaputa di tutti.
Se la contessa non avesse pensato a partire inosservata dalla villa di Ponte san Marco, la sua prima fuga non le avrebbe giovato a nulla; perchè, di fatto, da Milano fu spedito sulle sue traccie un uomo fidato sin là, e ciò dovea naturalmente succedere, poichè il cocchiere di casa Cusani, tornato a Milano, quando la marchesa padrona era già a letto, dopo essersi sentito minacciare lo sfratto dalla casa del padrone montato in sulle furie, raccontò il fatto della contessa V... Allora il marchese Cusani, che già sapeva della sparizione di lei, mandò il cocchiere stesso ad avvisarne il conte marito, che tosto inviò un servo a Gorla, ove ebbe la notizia che la contessa era partita per Ponte san Marco; tanto che, quando esso, la madre, il fratello e la sorella di donna Clelia, verso l'ora bassa della prima domenica di quaresima, versavano in quell'angoscia che il lettore sa, un uomo della casa era già in viaggio per quella volta; chè il conte non avea voluto per nessun modo che partissero nè il fratello nè la madre; se a ragione o a torto non sappiamo, ma chi s'attenta di discutere sulla ragione e sul torto in momenti di tanto affanno e scompiglio?
Qui poi occorre di notare per la completa intelligenza delle cose, che il fratello della contessa, quando sentì dal carrozziere di casa Cusani quel ch'era avvenuto, si recò insieme con esso dal marchese medesimo, il quale, dopo un lungo discorso tenuto col conte, ingiunse al carrozziere di non lasciarsi sfuggir di bocca quel ch'era seguito, nemmeno colla marchesa, alla quale si sarebbe concertato quel che dovevasi dire.
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