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Come rimanesse donna Paola al ricevere questa lettera, è facile imaginarlo. - Il primo pensiero fu di recarsi tosto a spargere qualche conforto fra coloro che dovevano vivere in angustie per la partenza della contessa. Ma poi riflettè che ne potevano scaturire guai più serj, e che prima di parlare alla madre e al marito della contessa erano indispensabili altri provvedimenti. - Intanto credette bene di rispondere subito a donna Clelia, e di trovare il modo perch'ella si ricoverasse in luogo sicuro, dove potesse guardarsi e dalla passione propria e dall'ira gelosa del conte. - Le scrisse dunque di volo una lettera il cui tenore era questo:
«Donna tanto infelice quanto a me cara!
«Se la sventura vi ha visitata, voi dovete essere più forte della sventura. - Se abbiate ben operato ad abbandonare la vostra casa, nella pericolosa e speciale condizione in cui versate, non mi attenterò di recarne giudizio. Ma quand'anche aveste fatto il peggio, la Provvidenza metterà un riparo a tutto. Vi ringrazio, cara donna, che il vostro primo pensiero sia stato quello di scrivere a me, ed io vi mostrerò la mia gratitudine col fare tutto quello ch'io potrò per voi. Di questo potete vivere sicurissima, e se per ora non vi è dato altro conforto, questo vi sia almeno intero. Da più parole della vostra lettera, io scorgo che il vostro cuore, più assai che dalla medesima sventura e dall'onta, è penetrato da un pensiero troppo costante verso chi è vostro obbligo assoluto di dimenticare. - Cara la mia donna, il tempo guarisce di grandi piaghe, e vogliate aver fiducia nel tempo: ma credetemi, che per tornare a rialzarvi in dignità di donna onorata, e costringere il mondo, che si appaga di maldicenza e di disprezzo, a tacere e a rispettare, ve l'ho già detto, conviene che la vostra vita da quest'ora in poi proceda inalterabile e senza un rimprovero.
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Paola Clelia Provvidenza
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