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      Ma a codesta scena appunto che si svolgeva lungo il rio San Polo stava intendendo lo sguardo la contessa Clelia dal balcone gotico di una casa di ragione del patrizio Salomon, intanto che l'ultima notte del mese di febbraio sfoggiava tutto il suo sereno, tutte le sue stelle e tutta quanta la sua luna! Al di sopra della sua testa scintillava Giove; ma la contessa era ben lontana dal considerarlo astronomicamente, come un tempo avrebbe fatto; nè gli dava nessun pensiero che quel pianeta, sebbene non apparisse che un semplice punto brillante, fosse circa mille volte più grande della terra; ed era ben lontana dal notare, quantunque in altra parte le apparisse la costellazione di Cassiope a lei ben nota, come il lume di questa costellazione, natante nell'albore della via lattea, fosse meno brillante della costellazione d'Andromeda! O tempi per lei felici, e forse non redituri che alla più tarda età, tempi felici, quando potea attendere a tali oggetti della scienza più eccelsa, sgombra da ogni altro pensiero! O triangoli obliquangoli, o parabole, o ellissi, o iperboli, o diametri e triametri, o assintoti rettilinei, o punti multipli, o curve algebraiche, o radici di polinomj irrazionali! chi mai, potendo in quel punto esplorare i pensieri di donna Clelia, avrebbe sospettato che in quella testa, ora così ardente e fantastica, avessero potuto penetrare e per tanto tempo avere stabile dimora quelle austere forme della scienza più austera? Perchè, ci rincresce a dirlo, se avessimo saputo che si doveva riuscire a tal punto, quasi ci saremmo astenuti dal trarre in iscena una donna che per tanti rispetti ci è cara; ma purtroppo ella non pensava in quel punto nè all'astronomia nè alla matematica, e molto meno a suo marito; pensava bensì al tenore Amorevoli, e tanto più che il giorno antecedente aveva saputo come non era stato esso a trarla in insidia nel ridotto del teatro, e come invece colui stava ancora in prigione; e, giacché non è a far mistero di nulla, se ella a quell'ora si affacciava al balcone, sebbene spirasse una brezzolina crudetta, era perchè da un palazzo vicino, dove tutte le sere tenevasi accademia di musica, tra le molte voci cantanti ve n'era una che, quantunque in minor suono, parea la voce gemella della voce d'Amorevoli.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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