Non è poi a dire come della propria bellezza, di cui non s'invaniva, ma che valutava, quasi a prezzi di stima, aveva stabilito di cavare quel partito che altri trarrebbe dalla ricchezza e dalle altre facoltà che hanno peso e misura; sicchè, contando sulla forza qualche volta onnipotente d'un bell'esteriore, aveva pensato che a lui sarebbero state lecite tante cose, che agli altri potevan venire ascritte a colpa. - Perciò aveva gran cura della propria bellezza, e dell'incarnato delle proprie guancie; e dei denti bianchissimi, che puliva e curava colla sollecitudine del soldato il quale sfrega col pomice la bajonetta, non per amore della bajonetta, ma perchè gli deve servire in fazione. - La natura insomma aveva largito a lui tutti i suoi doni, ma egli aveva condotto le cose in modo da convertirli tutti in altrettante armi d'offesa, e ciò senza nemmeno averne avuto un proposito deliberato; sibbene, torniamo a ripeterlo, per quella pravità irresistibilmente attiva della sua natura, che solo sarebbesi mitigata, o fors'anco si sarebbe tramutata in qualche altra cosa, se avesse avuto un'altra nascita e un'altra educazione. Allora non sarebbe stato il Galantino piè-veloce, ladro e truffatore, come lo vediamo indicato nelle carte che abbiamo sott'occhio, ma sarebbe riuscito un gemello, per esempio, di Fouché o di Talleyrand. A quell'ex-lacchè travestito occorrevano molte ore di toaletta; e in quel mattino adoperò la pomata di riserva, per poter far visita con un certo successo, secondo lui, alla signora contessa.
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Galantino Fouché Talleyrand
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