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      È poi ad aggiungere, che, in quel giorno della visita di donna Paola, la coscienza di quell'ottimo magistrato non era tranquillissima, onde in tutto ciò che gli si presentava di straordinario, gli parea come d'affacciarsi in un rimproveroNulladimeno l'illustrissimo signor marchese, quando donna Paola Pietra entrò, le mosse incontro con atto di profondissimo rispetto, e avanzato di propria mano un seggiolone, la pregò a sedere.
      - Qual grave affare, soggiunse poi, ha determinato la signoria vostra venerandissima a venire in questa casa della colpa e della sventura?
      - Il desiderio appunto, illustrissimo signor marchese, d'impedire qualche possibile sventura, e di stornar qualche colpa. Ma di una cosa io le debbo innanzi tutto far domanda.
      - Parli.
      - Vorrei sapere se il signor marchese può ascoltarmi, non nella sua qualità di capitano di giustizia, ma come semplice e privatissimo gentiluomo, e al bisogno farsi depositario di un segreto?...
      - È un segreto relativo alle cose della mia carica e alla sorte di coloro che dipendono da me?
      - Esso è tale appunto.
      - Allora debbo dire, che se dal fatto che mi venisse rivelato, potesse cangiarsi ed anche semplicemente modificarsi lo stato di qualche processo, io non potrei più in coscienza conservare il segreto.
      Donna Paola stette per qualche momento silenziosa, poi disse:
      - Parlerò in ogni modo.
      - Io sto ad ascoltarla.
      - In queste prigioni son detenuti da qualche tempo un tale Amorevoli cantante, e un tal Bruni Lorenzo suonatore di violino?...
      Il Recalcati si scontorse, e affermò col cenno.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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