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      - Ora, siccome è facile congetturare (seguiva donna Paola), che la condizione di costoro può migliorare o peggiorare a seconda delle rivelazioni che qui dentro potessero penetrar dal di fuori, così venni precisamente a farle una rivelazione, che può di subito mandarli ambidue assoluti o quasi... ma il nome ch'io debbo pronunziare ha bisogno del massimo riguardo, e converrebbe che non uscisse da quest'aula.
      - Vossignoria parli pure con fiducia.
      - Il nome è quello dell'illustrissima contessa Clelia V... Se una strana fatalità non sopravveniva, sarebbesi recata ella stessa qui a confessare a V. S. illustrissima com'ella sola fosse stata l'oggetto di quella visita dell'accusato Amorevoli. Or io vengo per sua commissione e in nome suo a far questa deposizione appunto. Siccome poi ho sentito a correr tra il popolo la voce, anzi la credenza, che quel suonatore, sotto la falsa maschera, celasse il fine di tenderle un'insidia gravissima, ed anzi di trafugarla o di farla trafugare; così vengo ad aggiungere che la contessa è fuggita di sua piena volontà, senza aver piegato ad insinuazione d'altri, col fermo proposito di abbandonare una casa dove, secondo lei, non poteva più vivere. Delle quali cose potrò a suo tempo ed a richiesta della signoria vostra illustrissima esibire le prove.
      - Ma dove s'è rifuggita?
      - V. S. illustrissima non ha mai sentito a parlare di questo?
      - A me finora non consta nessun fatto preciso. Molte voci ne corsero. Ma sa ella, rispettabile signora, dove di presente si trovi la contessa?


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Paola Clelia V Amorevoli