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      - Essendoci proposti di mostrare in azione il più di questi benemeriti, per cui Milano e la Lombardia, e, rispetto a certi elementi speciali della vita pubblica, l'Italia tutta e persino l'Europa si atteggiò a vita più razionale, vedrem frattanto il giovane Verri a contrassegnare il suo primo ingresso tra gli uomini, con uno spirito già vigile a combatter le male consuetudini, per cui il secolo non poteva più reggersi, e col coraggio ad affrontar tutti gli ostacoli che i pregiudizi della sua casa, del suo ceto, del suo tempo dovevano opporgli onde farlo stramazzare a' primi passi.
     
     
      II
     
      Il conte Benedetto Arese, il giorno dopo che si vide eletto a patrocinatore del tenore Amorevoli, trovandosi nelle sale dell'Accademia de' Trasformati, prese pel braccio l'amicissimo suo Pietro Verri, e lo trasse nella libreria, dov'era un po' di silenzio.
      - Caro Pietro, mi trovo in un grave imbarazzo.
      - Capisco già cosa mi vuoi dire... Non sai da che parte incominciare a scrivere la difesa di cui sei stato incaricato?
      - Se tu non mi aiuti mi trovo al punto di rinunciare all'incarico.
      Tutti gli amici coetanei di Verri e quelli che erano stati suoi compagni agli studi, lo avevan sempre riguardato e lo riguardavano come colui che aveva su tutti un'incontestabile superiorità; acuto, arguto, epigrammatico, vivace, parlatore facilissimo, per poco che s'agitasse una questione, di qualunque più lieve cosa si trattasse, tirava gli altri facilmente dalla sua, o, almeno, costringeva tacere gli oppositori; il che se potè stornargli qualche amico che fosse un po' men caldo degli altri, se potè generare qualche antipatia, qualche odio, chi ha pratica di mondo se lo può facilmente imaginare.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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