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      Come dunque, ad onta di tanti rigori e di tanta etichetta casalinga, e di tanto risparmio di sorrisi confidenziali, dalla casa uscissero nel mondo tante zucche vuote e tanti scapestrati e gaudenti e voluttuosi, è un problema che mal si riesce a sciogliere; nel modo istesso che non possiamo spiegare come ne' libri e nelle satire e nelle opere dell'arte, ad ogni quattro parole, ad ogni pennellata si accenna all'ignoranza classica dei nostri avi patrizj, mentre poi il più de' giovani studiavan legge e si mettevano in lista per entrar al nobile collegio de' giureconsulti, alle magistrature, al Senato? - La spiegazione noi crederemmo di trovarla in ciò, che nei libri anche i meglio riputati, il più delle volte le cose e gli uomini e i tempi si considerano da un lato solo, nel che sta il gran segreto di far scaturire il falso perfino dall'istessa verità.
      Ma tornando al giovane Pietro Verri, sebben trattenuto in palchetto dai rigori di suo padre, aveva però vista e contemplata e quasi divorata la bellissima Gaudenzi... Era giovinotto, era vivacissimo. E la simpatia verso la beltà, se non è una prova, è sempre un indizio di squisitezza di sentimento e d'animo gentile.
      La ballerina Gaudenzi aveva dunque fatto, se non nel cuore, perchè non sempre si arriva fin là, certamente nell'imaginazione di Verri una fortissima impressione; ond'esso invidiò spesso i cavalierini che si recavano a visitarla sul palco scenico - fin qui non c'è nulla di male. Nè quella figura gli era uscita di mente, anche dopo il tempo trascorso dall'ultima notte ch'ei l'aveva veduta in teatro; ed è anzi probabile che, una o due volte al giorno, ella facesse una visita, sebbene di pochi minuti, alla memoria di lui; chè le cose straordinariamente belle si piantano con ostinazione nella mente di chi è nato a comprenderle, pur nella sfera, intendiamoci bene, ingenua e pura e sgombra dell'estetica.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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