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      .. A mio dispetto devo dirlo, e Pietro non sbagliò nell'affermare che, conosciuta in tempo la verità, si poteva sopir tutto senza che ne trapelasse nulla al di fuori. E così... un dì un fatto, un dì un altro... ci ridurremo alla fine... ve lo dico con crepacuore, a perdere la fiducia del popolo, e allora...
      E qui si fermò come colpito da una dolorosissima idea, indi soggiunse dopo alcuni momenti:
      - E adesso c'è quest'affare del testamento del marchese F... e del lacchè..., che è una spina acuta e pericolosa, la quale può aprir piaghe profonde, e trarsi dietro cento malanni. Ah, marchese, qui sotto c'è qualcosa di seriissimo, e guai se... Il marchese Recalcati me ne fece or ora un motto... che tosto gli ho troncato in bocca... perchè se una parola è pronunciata fuor di tempo e a sproposito... ne scaturisce un'iliade di sciagure...
      Il marchese Beccaria guardava fisso il conte come a sorprendergli nell'occhio il segreto del pensiero; poi soggiunse:
      - Se un sospetto lo fa uno, lo può fare un altro, e lo ponno fare cento; e tanto più quelli che patrocinano il figliuolo della Baroggi... poichè, a dir la verità, questo contrattempo del lacchè... qualcuno già deve averlo pagato il lacchè a fare il colpo... e chi mai poteva avere interesse a ciò, se non...
      - Zitto... la marchesa D*... è là, e ha intenzione di dar la figliuola al figlio del conte e ci potrebbe sentire...
      - Ma in conclusione, che si pensa di fare?
      - Non ci possono essere due partiti in affare di tanta delicatezza... La giustizia dee fare il suo debito senza essere impacciata da nessun riguardo.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Pietro Recalcati Beccaria Baroggi