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      - E là non è a dire la festa che gli fecero l'oste, i camerieri, il cuoco, il quale andava superbo della confidenza che gli aveva accordato il primo tenore del teatrino, quel tenore tanto affabile che più volte erasi recato in cucina, con insolita degnazione, per ordinargli dopo il teatro il solito brodo a gelatina. - Ma il nostro Amorevoli entrò finalmente nel suo alloggio, rimasto vuoto da tanto tempo, e che l'oste aveva voluto a buoni conti chiudere a chiave nel tempo della cattura, pensando che qualcuno avrebbe pagato, e quando non si fosse presentato nessuno, si sarebbe pagato egli stesso col baule e coi tre cassoni, zeppi di roba e di vestiarj. A proposito dei quali, Zampino fu tosto in faccende per far loro pigliar aria, chè questa era sempre stata la sua incombenza; e intanto che il tenore attendeva a dare udienza alle visite, delle quali, dopo alcun'ora, cominciò la processione, era bello vederlo a togliere da un cassone un elmo che aveva servito nella parte d'Alessandro nelle Indie, e pulirlo colla seppia; toglier da un altro una daga con lama di damasco, che aveva brillato nell'Artaserse, e strofinarla con panno lano; sprigionare e spiegazzare un manto rosso tutto ricamato in oro, dicevasi, da una principessa incapricciatasi del signor Amorevoli (manto prezioso, che molto aveva contribuito al successo del Ciro in Babilonia), e metterlo a pigliar aria sulla ringhiera; e tirar fuori stili e stiletti d'ogni sorta con foderi di velluto di tutti i colori e prepararli per dar loro la polvere di pomice, e disporre tutte in giro a cavalcione della stessa ringhiera quelle dieci o dodici paja di maglie, color carne, bianche, rosse, azzurre.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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