- Oh com'era felice Zampino di aver ripigliato quell'operazione importante!
Quando le visite, fra le quali, oltre ai nobili ispettori del palco scenico, vi furono molti giovani cavalieri delle primarie famiglie, singolarmente innamorati della musica, concessero un po' di respiro al nostro tenore, divenuto in quel dì il personaggio più considerevole della città, al punto che se avesse fatto pagare il biglietto d'ingresso per farsi vedere, avrebbe guadagnato una bella somma; allorchè dunque tutti coloro lo lasciarono respirare, ed ei si trovò solo un istante, colse il momento opportuno, ed uscì per recarsi egli stesso a fare un atto di dovere con sua eccellenza il governatore conte Pallavicini, alle cui feste aveva cantato più d'una volta, e che, per quanto gli era stato riferito, aveva messa una valida parola a di lui vantaggio. Quando dall'usciere fu introdotto nell'anticamera magna, dove da qualche ora stavano in aspettazione i molti che si erano dati in nota per parlare a sua eccellenza, vide uscire dalla stanza del governatore la Gaudenzi appunto, insieme con la quale trovavasi donna Paola Pietra, ch'egli non conosceva. - Si riconobbero tosto e l'una e l'altra, e pari essendo stata la meraviglia in ambidue, si corsero incontro interrogandosi a vicenda:
- Voi qui?
- Qui voi?...
E tosto la Gaudenzi volgendosi a donna Paola:
- È il signor Amorevoli, disse.
- Che oggi per la prima volta respira un po' d'aria libera, soggiunse tosto egli stesso.
Donna Paola, sentendo quel nome, non potè a meno di guardare il tenore con grande curiosità, ma non disse nulla.
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