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      Intanto da questo passo vi è mestieri apprendere come dobbiate onorare la memoria paterna, come dobbiate venerare la vostra madre santa.
      - Che cosa ha il nostro signor abate, disse in quella donna Paola Pietra che entrava, nella stanza di studio dei suoi figliuoli.... Cos'avete, mio caro, che tuonate come un predicatore dal pulpito? e sorridendo amabilmente, strinse la mano al giovane abate, che tutti i giorni veniva a far la ripetizione ai suoi ragazzi, i quali frequentavano le scuole Arcimboldi.
      - Nulla, o signora, ma in talune cose non posso andar d'accordo col reverendo padre Branda, che onoro moltissimo, e al quale mi lega gratitudine di scolaro. E non lo potendo, ho l'obbligo di parlar chiaro e di dir tutto il mio pensiero anche a questi cari giovinetti. La questione riguardava Orazio, di cui, contro il padre Branda, sostengo che non solo era un grande poeta, ma era anche un poeta galantuomo, perchè se non fosse così e se intorno a ciò non avessi tranquillissima la mia coscienza, non sarei mai a permettere che dei ragazzi avessero a correre pericolo di contaminarsi a leggere le opere di tale, di cui non si potesse vantare una vita complessivamente onesta; perchè è una mia opinione che, pur di sotto alle avvenenze della forma, serpeggerebbe il veleno funestissimo ai giovani.
      L'abate che parlava in tal modo, alto, scarno, che nell'esprimersi mandava lampi dai grandi occhi neri, e spirava un'aura solenne dall'arco maestoso del ciglio e dalle forme del volto già austero, per quanto fosse giovane, tanto giovane che gli mancavano 25 giorni a compire gli anni ventuno, era Giuseppe Parini.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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