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      Il residente veneto di Milano aveva scritto che il processo di lui era compiuto, ch'ei sarebbe uscito presto per venire a tenere il patto ai signori ispettori dell'opera. L'effetto che fece la prima volta una tale notizia sull'animo di donna Clelia, che non aveva saputo mai nulla di quelle sei sere di recite straordinarie, ognuno se lo può imaginare. I fervori erotici le salirono al viso, e mentre la ragione le facea vedere tutti i pericoli che poteano conseguire da quel fatto, sentiva certi soprassalti di gioja insolita, di gioja non voluta; e mentre vedeva che il destino stava forse per tenderle una mala insidia, si fermava con delizia nell'idea che la fortuna avesse voluto espressamente avvolgerle intorno le inestricabili sue reti. Se non che ricordavasi di donna Paola e delle sue ammonizioni; e al vedere coll'occhio della mente quasi impaurita quella santa figura, si vergognava di que' pensieri, di que' desiderj, di quella gioja... Amorevoli era atteso di giorno in giorno... ella ne aveva sentito a parlare di volo ad una conversazione serale, da un gruppo di giovinotti spensierati che, speranzosi di far breccia nel cuore della mirabile lombarda, aveano dimenticato quel ch'era passato tra essa e il tenore.
      Intanto la notte stava per calare affatto... smoriva sempre più all'orizzonte la luce crepuscolare... i colli Euganei, ch'ella vedeva, si erano scolorati e come confusi col cielo.
      Erano uscite le stelle rare e sparse... era uscito un quarto di luna... suonava l'avemmaria a tutte le chiese; il campanone grave e profondo di san Marco parea facesse sentir la voce storica e veneranda della vetusta Vinegia.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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