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      Del rimanente un'altra ragione per cui era sì poco inclinato alla pietà verso di Amorevoli stava in ciò, ch'ei non era filarmonico punto, e aveva un orecchio così mal costrutto e anti-musicale, che per lui non c'era differenza tra una cadenza di Caffariello e lo zufolo d'un merlo. A dir tutto, non è certissimo che, pur andando pazzo per la musica, avesse potuto aprir le braccia al tenore protervo; ma in ogni modo, quella sarebbe sempre stata una ragione mitigante la collera. Infiammato continuamente da questa, egli erasi messo in viaggio per Venezia, senza veramente un progetto deliberato; ma con più propositi in mente, il più umano de' quali, aveva per intercalare scudisciate e bastonate.
      Ma lasciando il conte, dieci ore dopo la partenza di lui, partì da Milano per Venezia la lettera di donna Paola Pietra, quella appunto ch'essa accennò al Parini. - La contessa Clelia la ricevette la mattina del giorno successivo a quello dell'arrivo d'Amorevoli, e fu spaventata quando lesse quelle parole: Credo che il conte V... abbia intenzione di venire a Venezia; e fu maravigliata, e nel tempo stesso consolata, quando pure vi lesse: A quest'ora il signor Amorevoli dev'essere a Venezia. La sera prima ella non aveva sentito a parlare di lui in nessun modo, talchè in quel momento ignorava tuttora il suo arrivo.
      Ed ora dobbiamo tornare a Milano, e dar conto di più cose. La visita e le parole di Parini alla contessa Marliani aveano ottenuto il loro effetto, quello cioè di determinare il fratello di donna Clelia a recarsi a Venezia.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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