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      - Voi, a Venezia, i rapporti parlan chiaro, vi eravate dato a far il ricco gentiluomo, con gondola e livrea e il resto. Come si poteva far tutto ciò con mille cinquecento lire di Milano?
      - Molti dei nostri più ricchi patrizj non hanno più di duecento, più di trecento lire al giorno. Vostra signoria illustrissima vede bene che per dieci o dodici giorni chicchessia che voglia assaggiare la vita del gran signore ci può riuscire con mille cinquecento lire... Tutto sta a continuare... Questo è il difficile.
      E l'auditore proseguiva:
      - Voi asserite di non aver avuto che cento zecchini in tasca quando partiste per Venezia... ma da questi ricapiti e chirografi che il barigello si fece consegnare da voi, appare che sui banchi di Venezia voi avete messo a frutto più di trenta mila lire.
      - Queste le ho guadagnate a Venezia, dove mi sono recato espressamente per moltiplicare al giuoco la somma che già teneva presso di me. Vostra signoria sa che il conte Barbò in una sera guadagnò quaranta mila talleri di Carlo VI. Al giuoco si fa presto...
      - Ma perchè dunque mi dicevate che avete voluto provarvi a far il gentiluomo con cento zecchini; mentre potevate dirmi addirittura che non si trattava più di cento zecchini ma di trenta mila lire?
      - Ho detto così per dire... Del resto vostra signoria non può credere ch'io volessi nascondere il fatto dei recapiti che tenevo presso di me, dal momento che ho dovuto consegnarli al barigello, e che sapevo ch'erano stati consegnati nelle mani dell'eccellentissimo signor capitano di giustizia.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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