.. Ma ora domanderei licenza a vostra signoria illustrissima di fare una domanda?
L'auditore guardò in viso al signor capitano, il quale accennò di lasciar fare e dire.
- Parlate liberamente.
- Vostra signoria mi domandava un momento fa se io conoscevo la cagione per cui venni arrestato ed ho risposto che non ne sapevo niente, come non ne so niente; ora si contenti, signore, di lasciarmi domandare il motivo per cui oggi sono qui.
L'auditore finse di non intendere, fece pausa... e frugò in un fascio di carte da cui trasse un foglio che pareva una lettera spiegazzata, e la rilesse tutta attentamente senza dir verbo, poi continuò:
- Con quali persone del ducato o della città di Milano vi siete voi trovato nel tempo della vostra dimora in Venezia?...
- Con una sola.
- Con chi?
- Colla signora contessa V...
- Per quali ragioni vi siete recato a farle visita?
- Dirò tutto; per supplicarla ad avere la bontà di non interrompere una mia tresca che avevo con una giovinetta che le abitava dirimpetto.
- Come avete saputo che la contessa V... trovavasi , in Venezia?
- Era più difficile a non saperlo che a saperlo; tutti ne parlavano.
- Ma perchè avete voluto mascherare la vostra condizione in Venezia, e supplicare per ciò la contessa a non palesarvi?
- La mia condizione di lacchè non era favorevole per farmi aprir le porte delle prime case di Venezia, e nemmeno per entrar nelle sale del ridotto di san Moisè. Se la contessa mi avesse palesato, io avrei dovuto sottostare ad un avvilimento vergognoso; perciò la pregai di tacere, e di non mettermi in piazza e di lasciar vivere, se anch'essa voleva vivere.
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